Boyhood
è uno dei film rivelazione del 2015, girato e sceneggiato da Richard Linklater,
che affronta in modo del tutto originale il tema della crescita. La storia si
basa sul racconto della vita di Mason, a partire dall’infanzia sino ai diciotto
anni, per riprendere e testimoniare fedelmente le trasformazioni psicosomatiche
che si presentano con il passare degli anni.
Grazie alla scelta degli stessi attori,
Linklater è in grado di fornire un toccante viaggio nel mondo di questi
personaggi. Le riprese hanno infatti richiesto dodici anni e alla fine i giorni
effettivi per girare il film sono stati appena quarantacinque. Con le lunghe
sequenze che ci vengono presentate, possiamo cogliere perfettamente i
sentimenti del protagonista attraverso i litigi con i genitori, la scuola, le
relazioni con gli amici e così via. Proprio per questo, la vicenda si sviluppa
davanti agli occhi dello spettatore e non si può che rimanere colpiti da un
lavoro del genere. La crescita è così alla base dell’intera vicenda e riguarda
non solo il giovane protagonista ma anche gli adulti. Vediamo, infatti, gli
ostacoli che la mamma di Mason deve affrontare per portare avanti la famiglia o
le problematiche del padre che sente molto la lontananza dai figli. Questo tema
è poi accompagnato da quello del tempo, che genera timori nei personaggi in
quanto è percepito come uno scorrere veloce e inesorabile tanto da non permettere
loro di cogliere pienamente la vita.
Linklater dimostra
grande maestria nel girare un film del genere che non a caso è stato premiato
con ben due premi Oscar: per la miglior sceneggiatura e per il miglior film.
L’interpretazione di Ellar Coltrane, poi, nei panni di Mason è semplicemente
toccante, accompagnata e sottolineata da quella di Ethan Hawke nei panni del
padre. Accanto allo sviluppo dei personaggi, anche le innovazioni che
riguardano la società, sia dal punto di vista sociale che storico, come ad
esempio l’evoluzione della tecnologia oppure le elezioni del presidente, fanno
da sfondo alla vicenda.
Un
film da vedere per imparare a non trascurare nessun momento della propria vita,
basata su un succedersi di attimi irripetibili e costruttivi, di cui siamo
completamente partecipi.
- Sabrina Aliberti
Orazio docet. Brava
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