L’inquinamento, in particolare quello generato dagli
impianti industriali, è un problema che ogni giorno ha gravissime conseguenze
sulla salute e sull’ambiente. Fonderie, industrie e simili spesso non
rispettano le normative riguardo le emissioni e generano numerose polemiche. In
seguito parleremo delle emissioni e delle problematiche che queste ultime
generano.
Le emissioni di un impianto dipendono dal ciclo
produttivo dello stesso e dai tipi di lavorazione. Solitamente si tratta di
emissioni di fluoro, cloro o idrocarburi. Nello specifico abbiamo a che fare
con emissioni di polveri e fumi ricchi di metalli. Se l’impianto funziona
regolarmente, queste sono minime e non hanno particolare impatto sulla salute.
In quantità “elevate” queste polveri sono molto dannose e diventano pericolose.
Qualsiasi sostanza sospesa in aria è definita
Particolato, quindi spore, pollini, metalli ecc...
I particolati vengono classificati per la dimensione
delle particelle fluttuanti, in una scala che va da circa pochi nanometri di
diametro fino a qualche micrometro. In ordine crescente troviamo: aerosol,
esalazioni foschie, fumi, polveri e sabbie.
I particolati hanno effetti sull’ambiente e sulla
meteorologia. In particolare negli ultimi anni abbiamo riscontrato un fenomeno
ambientale legato alle emissioni inquinanti di polveri sottili. Il cosiddetto
“Oscuramento Globale” è il particolare fenomeno per il quale la luminosità
effettiva sul globo é in diminuzione. Come già detto, la principale causa
è la presenza di particolati
nell’atmosfera, i quali riflettono parzialmente le radiazioni solari e
diffondono la luce.
Le emissioni in generale sono la principale fonte
d’inquinamento, come i contaminanti gassosi o particolari composti ( di
zolfo, azoto o carbonio). Elementi come
il monossido di carbonio, emessi da processi di combustione incompleti e
particolarmente dagli scarichi dei veicoli a motore, causano mal di testa e
problemi respiratori se inalati in grandi quantità. L’anidride carbonica è il
gas serra maggiormente responsabile del riscaldamento globale, insieme agli
aerosol presenti nell’atmosfera. Altri gas come gli ossidi di azoto e i
diossidi di zolfo sono responsabili del fenomeno delle piogge acide.
I particolati hanno numerosi effetti sul corpo
umano, alcuni benefici ( basti pensare agli aerosol di marmo ) , ma spesso si
attribuiscono alle polveri particolari disturbi acuti e cronici quali asma,
bronchiti e tumori. Le nano polveri ( particolari polveri ultrasottili)
arriverebbero fino alle cellule , rilasciando direttamente le sostanze
nell’organismo e di conseguenza aumentando i rischi per la salute. I danni
delle esalazioni intaccano anche il sistema cardio-circolatorio, aggravando le
condizioni di soggetti già predisposti.
Le manifestazioni immediate dell’inquinamento
atmosferico ( in particolare delle emissioni di particolati) sono quelle
visive, ma le conseguenze postume potrebbero essere assai gravi. I numeri e le
statistiche evidenziano che nel 2012 sono ben 7 milioni le morti premature a
causa dell’inquinamento atmosferico. Sono frutto, in maggioranza, di malattie
cardiovascolari. Nello specifico, l’80% dovute a ictus, cardiopatia o ischemia.
Le zone che hanno riportato il maggior numero di vittime sono i paesi a medio e
basso reddito del sud est asiatico e delle zone occidentali dell’oceano
Pacifico. La cifra si aggira intorno ai 5,9 milioni di decessi per inquinamento
atmosferico. Per le previsioni dei prossimi anni si prevede una riduzione di
circa il 20% delle concentrazioni
inquinanti sul territorio.
La questione nel nostro paese è stata presa in
considerazione con alcuni provvedimenti legislativi. La prima legge italiana
organica sull’inquinamento atmosferico, che individua l’aria come un bene
giuridico da proteggere, è la Legge del 13 luglio 1966, n. 615 “Provvedimenti
contro l’inquinamento atmosferico”.
Questa legge è stata sostituita dal Decreto del
Presidente della Repubblica (DPR) n. 203 del 24 maggio 1988, che recepiva
quattro direttive europee in materia di inquinamento e qualità dell’aria.
Il successivo DPR 203/88 può essere considerato la
base della normativa italiana in materia di inquinamento atmosferico fino al
recepimento nel 1999 della direttiva quadro europea sulla “Valutazione e
gestione della qualità dell’aria”. Il DPR ha introdotto il concetto di
protezione dell’ambiente accanto a quello della salute umana, assenti nella
precedente normativa. Inoltre ha introdotto valori limite e valori guida per la
qualità dell’aria, valori che le Regioni sono tenuti a rispettare.
- Michele Citro
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