19/03/16

Le emissioni gassose e gli effetti sull'ambiente

L’inquinamento, in particolare quello generato dagli impianti industriali, è un problema che ogni giorno ha gravissime conseguenze sulla salute e sull’ambiente. Fonderie, industrie e simili spesso non rispettano le normative riguardo le emissioni e generano numerose polemiche. In seguito parleremo delle emissioni e delle problematiche che queste ultime generano.
Le emissioni di un impianto dipendono dal ciclo produttivo dello stesso e dai tipi di lavorazione. Solitamente si tratta di emissioni di fluoro, cloro o idrocarburi. Nello specifico abbiamo a che fare con emissioni di polveri e fumi ricchi di metalli. Se l’impianto funziona regolarmente, queste sono minime e non hanno particolare impatto sulla salute. In quantità “elevate” queste polveri sono molto dannose e diventano pericolose.

Qualsiasi sostanza sospesa in aria è definita Particolato, quindi spore, pollini, metalli ecc...
I particolati vengono classificati per la dimensione delle particelle fluttuanti, in una scala che va da circa pochi nanometri di diametro fino a qualche micrometro. In ordine crescente troviamo: aerosol, esalazioni foschie, fumi, polveri e sabbie.

I particolati hanno effetti sull’ambiente e sulla meteorologia. In particolare negli ultimi anni abbiamo riscontrato un fenomeno ambientale legato alle emissioni inquinanti di polveri sottili. Il cosiddetto “Oscuramento Globale” è il particolare fenomeno per il quale la luminosità effettiva sul globo é in diminuzione. Come già detto, la principale causa è  la presenza di particolati nell’atmosfera, i quali riflettono parzialmente le radiazioni solari e diffondono la luce.

Le emissioni in generale sono la principale fonte d’inquinamento, come i contaminanti gassosi o particolari composti ( di zolfo,  azoto o carbonio). Elementi come il monossido di carbonio, emessi da processi di combustione incompleti e particolarmente dagli scarichi dei veicoli a motore, causano mal di testa e problemi respiratori se inalati in grandi quantità. L’anidride carbonica è il gas serra maggiormente responsabile del riscaldamento globale, insieme agli aerosol presenti nell’atmosfera. Altri gas come gli ossidi di azoto e i diossidi di zolfo sono responsabili del fenomeno delle piogge acide.

I particolati hanno numerosi effetti sul corpo umano, alcuni benefici ( basti pensare agli aerosol di marmo ) , ma spesso si attribuiscono alle polveri particolari disturbi acuti e cronici quali asma, bronchiti e tumori. Le nano polveri ( particolari polveri ultrasottili) arriverebbero fino alle cellule , rilasciando direttamente le sostanze nell’organismo e di conseguenza aumentando i rischi per la salute. I danni delle esalazioni intaccano anche il sistema cardio-circolatorio, aggravando le condizioni di soggetti già predisposti.

Le manifestazioni immediate dell’inquinamento atmosferico ( in particolare delle emissioni di particolati) sono quelle visive, ma le conseguenze postume potrebbero essere assai gravi. I numeri e le statistiche evidenziano che nel 2012 sono ben 7 milioni le morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico. Sono frutto, in maggioranza, di malattie cardiovascolari. Nello specifico, l’80% dovute a ictus, cardiopatia o ischemia. Le zone che hanno riportato il maggior numero di vittime sono i paesi a medio e basso reddito del sud est asiatico e delle zone occidentali dell’oceano Pacifico. La cifra si aggira intorno ai 5,9 milioni di decessi per inquinamento atmosferico. Per le previsioni dei prossimi anni si prevede una riduzione di circa il 20%  delle concentrazioni inquinanti sul territorio.

La questione nel nostro paese è stata presa in considerazione con alcuni provvedimenti legislativi. La prima legge italiana organica sull’inquinamento atmosferico, che individua l’aria come un bene giuridico da proteggere, è la Legge del 13 luglio 1966, n. 615 “Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico”.
Questa legge è stata sostituita dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 203 del 24 maggio 1988, che recepiva quattro direttive europee in materia di inquinamento e qualità dell’aria.

Il successivo DPR 203/88 può essere considerato la base della normativa italiana in materia di inquinamento atmosferico fino al recepimento nel 1999 della direttiva quadro europea sulla “Valutazione e gestione della qualità dell’aria”. Il DPR ha introdotto il concetto di protezione dell’ambiente accanto a quello della salute umana, assenti nella precedente normativa. Inoltre ha introdotto valori limite e valori guida per la qualità dell’aria, valori che le Regioni sono tenuti a rispettare. 

- Michele Citro

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