11/03/16

La situazione dell'immigrazione in Italia

Il fenomeno dell’immigrazione in Italia è relativamente recente visto che ha iniziato ad avere influenze significative a partire dai primi anni settanta del Novecento, avendo in seguito un notevole impatto sulla demografia italiana. La popolazione immigrata (cioè la popolazione residente in Italia ma nata all’estero, quindi con cittadinanza straniera) occupa una buona parte della percentuale nazionale, con circa 5 milioni di residenti, ovvero l’8,2%.  Negli ultimi anni abbiamo assistito all’aumento del fenomeno dell’immigrazione clandestina, spesso riconducibile al malessere dei paesi dai quali provengono i migranti.

L’opinione pubblica ha spesso una visione distorta del fenomeno, anche per l’influenza dei mass-media. Si tende a parlare di immigrati solamente quando accadono gravi fatti che attentano all’ordine pubblico, oppure li si collega alla criminalità organizzata: si parla insomma di immigrati come un “problema”. Ed è per questo che il fenomeno dell’immigrazione viene trattato come tale.

Ma la questione – specialmente in Italia – è ancora accesa. Il Bel Paese ha opinioni divergenti riguardo al fenomeno dell’immigrazione. Secondo i sondaggi, il 40% della popolazione italiana pensa che gli immigrati rappresentino un pericolo. Per questo non c’è da sorprendersi quando sorgono delle proteste: queste riflettono solo la preoccupazione degli Italiani. 

Effettivamente, c’è chi cavalca l’onda del consenso sfruttando le paure e le preoccupazioni generali, proponendo soluzioni teoricamente semplici ma praticamente assurde, inattuabili e inaccettabili. In questa opera di manipolazione e censura delle informazioni, un nome fa capolino nel panorama politico italiano. 

Tornando ai numeri, sappiamo che in realtà la maggioranza del popolo riconosce i diritti degli immigrati e dei loro figli, e molti concederebbero volentieri loro la cittadinanza. Risulta, però, scarsa la disponibilità degli Italiani riguardo i costi di mantenimento degli immigrati, soprattutto se li riguardano direttamente.

Recentemente la Commissione Europea ha approvato nuovi piani per la politica sull’immigrazione per rispondere alla crisi che ha colpito il Mediterraneo. Ecco i punti principali del nuovo piano politico:
  • i migranti verranno ripartiti tra gli stati europei: quelli già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo saranno ridistribuiti tra gli stati membri; in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: PIL, popolazione, livello di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale;
  • operazioni contro il traffico di esseri umani: nel quadro della Politica di sicurezza e di difesa comune nel Mediterraneo sarà lanciata un’operazione navale che punterà a smantellare il traffico di esseri umani, soprattutto in Libia. L’operazione sarà condotta nel rispetto del diritto internazionale;
  • rafforzamento della sorveglianza: il numero di agenti di sorveglianza sarà triplicato. Questo significherà, in particolare, un aumento delle capacità e del raggio d’azione e di intervento per ricerca e salvataggi in mare;
  • reinsediamento nei paesi dell’UE: i rifugiati, che già vivono nei campi profughi dei paesi terzi e che hanno un diritto già accertato alla protezione internazionale, saranno in parte reinsediati nei paesi Europei, come chiede da tempo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati.
 
Inoltre si avvieranno azioni di politica estera, cooperazione allo sviluppo e assistenza umanitaria che affronteranno le cause profonde del fenomeno migratorio, contribuendo al consolidamento delle capacità dei paesi terzi di gestire le loro frontiere, sperando che il problema si risolva… prima o poi.


 - Michele Citro













 

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