27/05/18

Il singolo motore della società




Il singolo motore della società.

Bene individuale e bene comune: dibattito aperto tra gli uomini di tutti i tempi.

È giusto sacrificare il proprio bene in vista di uno comune?

San Tommaso D’Aquino, a questo proposito, scrive nella “Somma teologica”:”Essendo l’uomo parte della società, tutto ciò che ciascuno possiede appartiene alla società: così come una parte in quanto tale appartiene al tutto”. Il benessere dell’uomo, infatti, è strettamente collegato alla prosperità che caratterizza l’ambiente nel quale vive e alle sue relazioni con gli altri. Il buon funzionamento della società è dunque una premessa indispensabile per il raggiungimento di una serenità interiore. Tale considerazione appare evidente se si fa riferimento al pensiero di molti letterati e filosofi, influenzato dal periodo storico nel quale essi vivono e dalle dinamiche che lo caratterizzano. Un esempio di ciò è fornito dalla concezione del mondo di Verga basata sull’idea che la realtà, dominata dalla legge della lotta per la vita, non possa essere migliorata da alcuna “modificazione storica.” L’ideologia dell’autore è il frutto della sua posizione sociale, egli è il classico galantuomo del Sud che riscontra nelle premesse del capitalismo dei principi impraticabili. Tuttavia, è essenziale che ogni uomo maturi un proprio pensiero e non si faccia influenzare da ciò che sente o da ciò che gli si vuol far credere. Affinché ciò avvenga un requisito fondamentale è rappresentato dall’istruzione e dalla documentazione. Rousseau scrive nella sua opera:”Del contratto sociale o principi del diritto politico:” “Importa dunque, per aver veramente l’espressione della volontà generale, che non vi siano società parziali nello Stato, e ogni cittadino non pensi che colla sua testa.” Codesta condizione è venuta a mancare in alcuni momenti storici come nel periodo dei regimi totalitari, durante i quali gli uomini erano oggetto di indottrinamento attraverso la propaganda o, peggio, il terrore. La mancanza di libertà si ripercosse sul benessere individuale del singolo che si vide privato delle qualità basilari che avrebbero dovuto caratterizzare la sua vita, come la capacità di assumersi la responsabilità delle sue azioni. Il bene individuale non è considerato, però, da tutti allo stesso modo. Come afferma Luigi Einaudi vi sono due tipologie di uomini: coloro che concepiscono la vita come un godimento individuale e altri che sono mossi dall’istinto della costruzione. I primi, non saranno mai pienamente appagati poiché non riusciranno a costruire nulla di positivo per la società; i secondi, invece, otterranno immense soddisfazioni proprio dal loro duro lavoro. Tale pensiero è comune anche alla filosofia di Kierkegaard. Egli afferma che l’uomo che si limita ad inseguire il piacere, passerà da una possibilità all’altra creando un appiattimento della propria personalità. È necessario, dunque, un salto verso la vita morale caratterizzata dall’esercizio del proprio dovere. Feuerbach d’altro canto afferma che per innalzare la sfera spirituale dell’uomo è fondamentale incentrarsi prima sui suoi bisogni materiali; tuttavia essi non coincidono interamente con il bene comune che dipende anche da elementi spirituali come la famiglia o l’amicizia. Le generazioni che adesso formano le loro coscienze su questi temi saranno chiamate a metterli in pratica e a sentirsi personalmente responsabili dell’organizzazione del bene comune.
       Russo Chiara VB.