Il singolo motore della società.
Bene individuale e bene comune: dibattito aperto tra gli
uomini di tutti i tempi.
È giusto sacrificare il proprio bene in vista di uno comune?
San Tommaso D’Aquino, a questo proposito, scrive nella “Somma
teologica”:”Essendo l’uomo parte della società, tutto ciò che ciascuno possiede
appartiene alla società: così come una parte in quanto tale appartiene al
tutto”. Il benessere dell’uomo, infatti, è strettamente collegato alla
prosperità che caratterizza l’ambiente nel quale vive e alle sue relazioni con
gli altri. Il buon funzionamento della società è dunque una premessa
indispensabile per il raggiungimento di una serenità interiore. Tale
considerazione appare evidente se si fa riferimento al pensiero di molti
letterati e filosofi, influenzato dal periodo storico nel quale essi vivono e
dalle dinamiche che lo caratterizzano. Un esempio di ciò è fornito dalla
concezione del mondo di Verga basata sull’idea che la realtà, dominata dalla
legge della lotta per la vita, non possa essere migliorata da alcuna
“modificazione storica.” L’ideologia dell’autore è il frutto della sua
posizione sociale, egli è il classico galantuomo del Sud che riscontra nelle
premesse del capitalismo dei principi impraticabili. Tuttavia, è essenziale che
ogni uomo maturi un proprio pensiero e non si faccia influenzare da ciò che
sente o da ciò che gli si vuol far credere. Affinché ciò avvenga un requisito
fondamentale è rappresentato dall’istruzione e dalla documentazione. Rousseau
scrive nella sua opera:”Del contratto sociale o principi del diritto politico:”
“Importa dunque, per aver veramente l’espressione della volontà generale, che
non vi siano società parziali nello Stato, e ogni cittadino non pensi che colla
sua testa.” Codesta condizione è venuta a mancare in alcuni momenti storici
come nel periodo dei regimi totalitari, durante i quali gli uomini erano
oggetto di indottrinamento attraverso la propaganda o, peggio, il terrore. La
mancanza di libertà si ripercosse sul benessere individuale del singolo che si
vide privato delle qualità basilari che avrebbero dovuto caratterizzare la sua
vita, come la capacità di assumersi la responsabilità delle sue azioni. Il bene
individuale non è considerato, però, da tutti allo stesso modo. Come afferma
Luigi Einaudi vi sono due tipologie di uomini: coloro che concepiscono la vita
come un godimento individuale e altri che sono mossi dall’istinto della
costruzione. I primi, non saranno mai pienamente appagati poiché non
riusciranno a costruire nulla di positivo per la società; i secondi, invece,
otterranno immense soddisfazioni proprio dal loro duro lavoro. Tale pensiero è
comune anche alla filosofia di Kierkegaard. Egli afferma che l’uomo che si
limita ad inseguire il piacere, passerà da una possibilità all’altra creando un
appiattimento della propria personalità. È necessario, dunque, un salto verso
la vita morale caratterizzata dall’esercizio del proprio dovere. Feuerbach
d’altro canto afferma che per innalzare la sfera spirituale dell’uomo è fondamentale
incentrarsi prima sui suoi bisogni materiali; tuttavia essi non coincidono
interamente con il bene comune che dipende anche da elementi spirituali come la
famiglia o l’amicizia. Le generazioni che adesso formano le loro coscienze su
questi temi saranno chiamate a metterli in pratica e a sentirsi personalmente
responsabili dell’organizzazione del bene comune.
Russo Chiara VB.