04/03/16

"Un uomo che non può scegliere cessa di essere un uomo"


Gli uomini sono naturalmente portati a cooperare ed a organizzarsi, rendendo il gruppo una parte fondamentale della struttura sociale. I ruoli, i doveri e le decisioni del singolo diventano di massa, creando relazioni con gli altri membri.
Soprattutto per i ragazzi, entrare a far parte di un gruppo è indispensabile, se non obbligatorio. Questo è parte integrante delle dinamiche di crescita e di sviluppo dell’essere umano, più o meno costruttive che siano.


I valori familiari vengono messi a confronto con nuovi punti di vista, il gruppo diventa un riferimento in più e molto seducente per quanto riguarda i comportamenti, gli interessi, i valori. Ogni individuo inoltre cerca nel gruppo una valorizzazione di sé.

I meccanismi adottati per “contare”, per essere qualcuno, per attirare l’attenzione sono molteplici. E sono tutti, comunque, strategie di adattamento per non essere “tagliati fuori”.  


In situazioni del genere, si verifica spesso un importante fenomeno dal punto di vista sociologico, definito “deindividuazione” . Questo comporta da parte del soggetto un rafforzamento della percezione di sé non come individuo ma come elemento integrante del gruppo di cui si trova a far parte. Secondo l’opinione dello studioso Philip Zimbardo, uno psicologo statunitense, il fenomeno della deindividuazione porta ad una perdita di autoconsapevolezza e self-control all’interno di dinamiche sociali. Tale perdita di controllo potrebbe spingere il soggetto ad agire contro le norme morali ed a compiere anche gesti violenti, aggressivi, ingiusti.


Tale fenomeno è stato portato sui piccoli schermi dal mentalista inglese Derren Brown, il quale ha dimostrato come il pubblico presente in sala potesse prendere decisioni sempre più ingiuste nei confronti di una “vittima” scelta. Lo show ha fatto capire semplicemente (tramite una serie di candid camera) come la psicologia di massa possa influenzare le nostre scelte a tal punto da danneggiare anche un perfetto sconosciuto.

Questo fattore entra nella quotidianità quando dobbiamo dare giudizi, opinioni, quando dobbiamo intervenire ai danni o a favore di un altro individuo. In una qualsiasi situazione, dunque, potremmo essere influenzati dal nostro gruppo.

 


Questo tipo di effetti psicosociali non si manifestano, però, solo in presenza di una comitiva di persone. Il fattore di “desiderabilità sociale” è un’altra componente importante e influenza molto le nostre scelte e le nostre azioni. Questo fenomeno si evidenzia in tutte le situazioni sperimentali in cui un soggetto si trova di fronte a domande che prevedono la possibilità di risposte più o meno “socialmente accettabili”. A questo fattore va associata l’acquiescenza, ovvero il desiderio di voler dare risposte positive, a prescindere dal contenuto della domanda.

In conclusione, l’influenza della massa sociale potrebbe rendere le nostre scelte più o meno giuste, ma l’importante è riflettere e scegliere ciò che ci sembra migliore in una determinata circostanza.


Citando lo scrittore Paul Coelho: “A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione e altri sceglieranno per lui”.

- Michele Citro

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