E’ tornato, come una sorta di maledizione, il
Festival della Canzone Italiana nella sua 65° edizione. Già in queste prime due
serate abbiamo visto come sia possibile prolungare la vita umana oltre il
possibile. Abbiamo visto “cantare” Patti Pravo, che dopo il Festival è tornata
nel suo castello in Transilvania. Stasera vedremo cantare i Pooh, che subito
dopo la loro esibizione, verranno scortati nelle celle frigorifere dove ormai
vivono in attesa di essere scongelati per un nuovo concerto.
E a proposito di scongelati, Berlusconi si è di nuovo presentato al Family Day, dopo essere rimasto indignato per la vignetta di Vauro nella quale due genitori non vogliono portare i bambini alla manifestazione perché probabilmente ci saranno molti preti. Matematicamente parlando, Berlusconi sta al Family Day come il cardinal Bertone sta al Gay Pride e mi sono permesso di fare un piccolo resoconto della situazione “familiare” dell’ex-Cavaliere. Marito di due mogli (dalle quali è ormai separato) dalle quali ha avuto diversi figli, ora convive con la compagna (non sono sposati) Francesca Pascale, con la quale ha 49 anni di differenza (l’amore è cieco, non ha età, ma sicuramente ha un portafogli). Insomma, la tipica famiglia tradizionale italiana.
Passando ad argomenti più seri, in questi giorni
ricordiamo le vittime dei Massacri delle Foibe, ennesima macchia sulla pagina
della Storia. Sono sempre meno le persone che si sforzano di ricordare queste
giornate importanti e che, al contrario, preferiscono lasciarsi distrarre da eventi
meno impegnativi, in questa settimana il Carnevale. Durante la sfilata dei
carri di Baronissi, un carro mi ha colpito particolarmente, quello della
“fratellanza dei popoli”, rappresentata da un Globo Terrestre che girava e
girava ancora. I bambini, che restavano ai bordi delle strade e lanciavano,
muniti delle loro “bombolette”, tra le più colorate stelle filanti contro i
carri, non hanno risparmiato il carro del Globo. E noi, gli spettatori, siamo
rimasti lì a guardare mentre vedevamo la nostra Terra insudiciata dalle
peggiori schifezze. Un’immagine anche forte se vogliamo, che può essere spunto
di numerose riflessioni. Un’immagine che mi fa venire in mente le centinaia (o
migliaia) di fedeli che sono a Roma per adorare la salma di Padre Pio.
Il povero frate, esposto in una teca di vetro,
girerà per Roma durante il periodo del Giubileo straordinario indetto da papa
Francesco. Ovviamente, i segni della sua decomposizione ci sono, nessun
miracolo è avvenuto sulle spoglie del Santo. Il suo viso è integro a causa di
un finto volto in silicone realizzato da alcuni specialisti per l’occasione. Insomma,
per restare in tema Carnevalesco, anche Padre Pio indossa una “maschera”. Ma
chi oggi non ne indossa una? Non per la festa, ma per tutti i giorni, come insegna
la più autentica lettura pirandelliana. Tutti indossiamo una maschera, chi
perché non soddisfatto di come è, chi per bisogno o necessità. Indossiamo
maschere molto spesso per non affrontare la realtà o la verità, o più
semplicemente per illudere le persone, anche se spesso riusciamo ad illudere
solo noi stessi.
E’ bello fare questi ragionamenti, dopo aver letto
un po’ di notizie… A me piace leggere, informarmi, vorrei poter scrivere per
ore, tenendo la mente lontana dalla spazzatura mediatica con cui veniamo
bombardati ogni giorno… Un momento, che ore sono? Le otto e un quarto? Scusate,
devo andare, inizia Sanremo…
- Pietro Tancredi
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