Roaring Twenties,
Années Folles, Golden Twenties, Años Veinte, Goldene Zwanziger: ecco come
venivano chiamati gli anni venti nelle varie culture. Lingue diverse, stesso
messaggio: la grinta.
In quegli anni, l’Europa stava affrontando le conseguenze
della Prima Guerra Mondiale, come ad esempio la grossa perdita di risorse
umane. Gli Stati Uniti, economicamente più forti (almeno fino alla Grande
Depressione del ’29), aprivano le braccia per accogliere nuove correnti artistiche,
non a caso si parla di Età del Jazz. Diventa protagonista l’art déco con la sua
raffinatezza, in musica, il Jazz assume un ruolo principale. Il Manifesto di
quest’epoca fatta di eccessi non può essere altro che Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald che, con questo libro,
mostra al mondo la vera anima di quegli anni.
Lo scrittore narra la storia di
un ragazzo povero, cresciuto nel Nord Dakota, che fugge dalla sua famiglia per
costruirsi una nuova identità. Dopo aver lavorato su un’imbarcazione per alcuni
anni, è costretto a spostarsi a Louisville per un addestramento militare e lì
s’innamora perdutamente della frivola Daisy Fay. Questo amore, ostacolato dallo
scorrere del tempo, condurrà alla follia non solo Jay Gatsby, ma anche Nick
Carraway, narratore esterno dell’intera vicenda, nonché cugino della Fay.
Divenuto ricco grazie al contrabbando, Gatsby si trasferisce a New York e
compra una villa nella zona settentrionale di Long Island (quella che
Fitzgerald chiamerà West Egg), proprio sulla riva opposta si trova l’amore
della sua vita, Daisy, che oramai è diventata la signora Buchanan , avendo
sposato Tom Buchanan, un ex-compagno di college di Nick. Non sarà, però, questo
matrimonio ad ostacolare l’amore di Gatsby, il quale, incontrando Nick, cercherà
di riavvicinarsi alla sua amata.
Tema principale del romanzo è la solitudine. Gatsby
è il prototipo dell'uomo solo, questo lo si vede per la prima
volta quando nell'ora del crepuscolo,
fermo sul prato della sua lussuosa villa, guarda con gli occhi fissi la luce
verde che si riflette sul pontile della casa di Daisy dall'altra parte della
sponda. Tuttavia ciò che rende grande
Gatsby è un dono che pochi possiedono: la speranza. Il protagonista crede nel
futuro: attende fiducioso ed è pronto a lavorare duramente per far sì che la
sua aspirazione alla felicità si realizzi. Il suo idealismo rappresenta alla
perfezione gli Stati Uniti degli anni venti. Il lusso e i soldi diventano
protagonisti grazie alle feste sfrenate che lo stesso Gatsby organizza nella
propria villa.
Fitzgerald, con questo libro, vuole dimostrare
come questo stile di vita, basato sul materialismo e sull’edonismo, sia in
realtà fallibile: i soldi che si possono guadagnare non servono a nulla se poi
nella vita rimangono solo i rimpianti.
Questa “morale” causò aspre critiche al
romanzo poco dopo la sua pubblicazione, ma è proprio questa che ci ha permesso,
oggi, di riscoprirlo. A contribuire alla riscoperta di questo capolavoro
contemporaneo sono stati anche i numerosi riadattamenti
cinematografici, a partire dalla pellicola del 1974 di Jack Clayton con Robert
Redford e Mia Farrow, sino a quella più
recente di Baz Luhrmann, noto già per
aver girato Romeo + Giulietta e Moulin
Rouge. Ad interpretare la parte di Gatsby è Leonardo Di Caprio che offre
una delle sue migliori interpretazioni, affiancato anche da Tobey Maguire (Nick
Carraway) e Carey Mulligan (Daisy Fay).
Quella di Luhrmann, in particolare, è un’ottima
trasposizione cinematografica del romanzo di Fitzgerald e ne differisce solo
per pochi particolari. Egli è in grado di descrivere al meglio la società
dell’epoca, corrotta dal denaro e dalla superficialità, tramite scene che
mettono in evidenza le grandiose feste di Gatsby oppure i locali e le persone
che frequentavano la New York dell’epoca. Perfettamente in sincronia con questo
ambiente è la colonna sonora di Craig Armstrong, cui hanno partecipato diversi
artisti, quali The XX e Florence Welch. Da ricordare è sicuramente il singolo Young and Beautiful di Lana del Rey, che
è presentato in quasi ogni scena in diverse varianti, adattandosi perfettamente
al contesto e ai personaggi. Proprio come Fitzgerald con il suo romanzo, anche Luhrmann
ha ricevuto critiche contrastanti per la sua opera. Nonostante ciò, entrambi
riescono a rappresentare alla perfezione, con le loro opere, quelli che sono i
ruggenti anni venti.
"Avevo voglia di uscire
a passeggio verso il parco nel crepuscolo tenero, ma ogni volta che cercavo di
andarmene mi trovavo immischiato in qualche strana discussione stonata che mi
inchiodava sulla seggiola come vi fossi legato con una corda. Eppure, alta sulla
città, la fila delle nostre finestre gialle deve aver comunicato la sua parte
di segreto umano allo spettatore casuale nella strada buia e mi parve di
vederlo guardare in su incuriosito. Ero dentro e fuori, contemporaneamente
affascinato e respinto dalla inesauribile varietà della vita."
- Iole Clarizia e Sabrina Aliberti
- Iole Clarizia e Sabrina Aliberti
Nessun commento:
Posta un commento