09/04/16

Caro Totò, ti scrivo…



Ieri sera, nel programma televisivo di “approfondimento” chiamato Porta a Porta, è stato intervistato il figlio di Totò Riina, Salvatore Jr. 

La notizia, che ha fatto il giro del web, ha lasciato sconvolte le istituzioni. 
La presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha dichiarato che “Se stasera andrà in onda l’intervista al figlio di Riina, avremo la conferma che Porta a Porta si presta a essere il salotto del negazionismo della mafia”. Ma la Rai-Radiotelevisione Italiana S.p.A. non guarda in faccia a nessuno, e la puntata va in onda lo stesso. Bruno Vespa, “giornalista” affermato, ha rivolto diverse domande a Salvatore Jr., invitato in trasmissione per parlare del suo libro: “Riina Family Life”. Non sono state tanto le domande ad attirare la mia attenzione quanto le risposte date dal giovane Riina.


“Non avrei mai potuto immaginare che mio padre fosse dietro l’omicidio Falcone”; “Non condivido il suo arresto, lo Stato me lo ha portato via”; “Amo mio padre e non lo giudico”.

Ma come si può giudicare una personcina così garbata e a modo come Totò Riina? I suoi amici lo chiamavano “la belva”, ma era solo per affetto, nel senso che lo chiamavano la belva perché lui “affettava” le persone. Vogliamo ricordarlo come criminale solo perché ha ucciso qualche persona, qualche giudice, solo perché ha compiuto diverse stragi, solo perché ha fatto alcuni favori alla politica? 
 
E’ proprio il caso di dirlo, ogni scarrafone è bello ai figli suoi…

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non si è espresso sul servizio della RAI, non ha lanciato neanche un monito, probabilmente per via del ruolo che ricopre. 

Se fossi nei panni del Presidente, avrei sicuramente detto qualcosa a questo Salvatore Jr., magari con una lettera e immagino che avrei scritto più o meno questo:
“Caro Totò, ti scrivo e ti chiamo per nome perché tra conterranei è meglio essere diretti. Proprio perché voglio essere diretto, ti dico che tuo padre era un mafioso, ha violato la Costituzione e, così facendo, i diritti di tutti i cittadini italiani. Vedi, Totò Jr, il libro che tu hai scritto sarà venduto nelle librerie e tu guadagnerai dei soldi sulla morte di persone innocenti, sulla morte di mio fratello e di tanti altri, solo per il nome e il cognome che porti. Io ti perdono, ma tu inginocchiati.”

Quanti sassolini dalle scarpe mi toglierei se fossi presidente… Farei un bel discorso a reti unificate, dicendo: 
«Care Italiane, cari Italiani. Mi dispiace, per tutto. Mi dispiace perché in questo paese a passarla liscia sono sempre le persone sbagliate e a pagarla sempre quelle più oneste. Ricordate la strage di Piazza Fontana? Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico che si buttò dalla finestra del quarto piano della questura di Milano, non si è ucciso, è stato assassinato, da un branco di statali incompetenti. La famosa Trattativa con la mafia l’abbiamo iniziata noi, abbiamo lasciato che degli assassini sanguinari prendessero delle importanti decisioni politiche. Sono tante, troppe, le bugie a cui siete stati costretti a credere in tutti questi anni, al punto che me ne vergogno. Mi vergogno perché i ragazzi degli istituti superiori sono stati costretti a fare un minuto di silenzio per la morte dell’“onorevole” Andreotti. Migliaia di ragazzi sono rimasti in silenzio per sessanta secondi per un personaggio che a tutti gli effetti resta un condannato (e lo dicono i processi). Tutte queste bugie, tutte queste false coperture, hanno minato le basi della Costituzione, sulla quale questo Paese si regge. Non ci sarà nessuno ai funerali dell’Italia, nessuno chiederà un minuto di silenzio, perché la fossa ce la siamo scavata da soli.»
 
Cari concittadini, io non mi sento Italiano, ma per fortuna, o purtroppo, lo sono…

- Pietro Tancredi

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