Il 5 giugno si terranno
le elezioni per scegliere il nuovo sindaco di Roma. Ogni partito, aspirando
alla poltrona, ha proposto il suo candidato
Il centrodestra aveva
inizialmente proposto Guido Bertolaso, ma dopo la dichiarazione di
quest’ultimo: “Contro gli zingari niente ruspe, sono una categoria maltrattata
e penalizzata”, il nostro Matteo Salvini, che sulla ruspa ci va ogni giorno a
lavoro e, quando può, abbatte qualche campo rom (quando non è impegnato a
riportare a casa i Marò), ha preferito appoggiare la candidatura di Giorgia
Meloni. Berlusconi, per tutta risposta, ha confermato il suo appoggio a
Bertolaso, sostenendo che “è impossibile fare la mamma e il sindaco di Roma
contemporaneamente” (data la notizia della gravidanza della Meloni). Evidentemente
Silvio ci tiene alla salute della compagna (si fa per dire) di partito… Dopo un
po’ Bertolaso è tornato alla carica, sostenendo che avrebbe eliminato tutti i
cassonetti dalla città di Roma, in modo che gli zingari non avrebbero potuto
frugarci. Un po’ bipolare, questo candidato… Insomma, Bertolaso non si
smentisce mai, anzi… si smentisce sempre!
Il P.D. ha invece
scelto come potenziale sindaco di Roma Roberto Giachetti che ha dichiarato: “Io
voglio vincere restando il Roberto Giachetti che conoscono tutti”. E verrà
spontaneo chiedersi: “Tutti chi?”. Ma Jeeg Robbè, come lui si è definito, pur
non essendo molto conosciuto, è al primo posto nei sondaggi contro la candidata
5 Stelle, Virginia Raggi.
La Raggi, votata con
1764 voti nelle consultazioni online, è ultimamente finita sui giornali per
aver “omesso” il suo curriculum. La “grillina” avrebbe tralasciato una sua
esperienza lavorativa, nello studio legale Previti. Ma Previti chi? Quello che
fu accusato e condannato per corruzione in atti giudiziari, rimasto coinvolto
in diversi processi a causa di Berlusconi? Sarebbe una bella macchia nel
curriculum della Raggi (strano che Grillo non l’abbia ancora cacciata dal
movimento…), che però si difende sostenendo che nell’ufficio di Previti lei era
solo una praticante che aveva raggiunto quello studio legale grazie ad un suo
professore.
Chi vincerà? Non lo
sapremo fino al giorno delle elezioni, ma noi speriamo che vinca il migliore, o
almeno, il meno peggio.
A proposito di
politica, domenica 17 aprile ci sarà il referendum sulle trivelle. Al contrario
di ciò che si crede, la decisione riguarderà esclusivamente le trivelle entro
le 12 miglia dalla costa.
Se il referendum dovesse passare con una maggioranza
di SI (ricordo che il referendum è abrogativo), gli impianti verranno
smantellati alla fine della loro concessione; se invece il referendum dovesse
passare con una maggioranza di NO, le trivelle continueranno ad estrarre
idrocarburi fino all’esaurimento di questi (come attualmente avviene).
La
questione è più che altro morale. Il premier Renzi ha invitato a disertare il
referendum, cioè a non presentarsi per votare. In realtà bisogna necessariamente votare, è un
nostro diritto (so che sembra strano) e abbiamo il dovere di esercitarlo, anche
solo per lo sfizio di credere di
poter veramente decidere qualcosa in questo Paese.
- Pietro Tancredi
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