01/04/16

"Figgatta de Blanc": così Elio e le Storie Tese fanno il verso ai Police (e a Sanremo)


L’uscita di un nuovo album di Elio e le Storie Tese (per gli amici Elii, per Twitter @eelst) attrae sempre l’attenzione dei più curiosi e dei più sadici divoratori di dischi. Si tratta stavolta di “Figgatta de Blanc”, decimo album in studio della band milanese, uscito lo scorso 12 Febbraio, con tanto di partecipazione a Sanremo.

Prima di addentrarci nella recensione di questo piccolo gioiello discografico, bisogna però capire a cosa si va realmente incontro quando si ascolta un genere così particolare, distante dalle consuetudini e dagli schemi della musica più popolare, a maggior ragione se fino ad ora non ci si è mai avvicinati a questo mondo. Pur partendo dal conservatorio, gli Elii sono ben presto diventati portatori sani di “Rock demenziale”, pur sempre accompagnato da sonorità e ritmi piuttosto ricercati, non dimenticando che divertimento, scenograficità e comicità rimangono le parole d’ordine di qualsiasi esecuzione. Sulla scia della nota originalità (e genialità, aggiungerei) che contraddistingue la band, si può subito notare come il titolo dell’album sia un beffardo riferimento a “Reggatta de Blanc”, secondo disco dei Police: “Il titolo migliore è quello che fa ridere di più” dicono. Stesso discorso per l’immagine che figura in copertina, dai toni piuttosto ambigui (in tutti i sensi). 

Ma probabilmente il vero scopo di quest’album è lanciare una sfida alla musica “regressive”, per intenderci quella sanremese, fatta di melodie orecchiabili, sempre sulla bocca di tutti. Una sfida, dunque, aperta a tutti i giovani cantanti, ovviamente con la minore serietà possibile. La band si presenta in gara al Festival per la terza volta, dopo due secondi posti, con il brano “Vincere l’odio” (e qui il riferimento alla nota canzone di Massimo Ranieri è palese), arrivando dodicesima, ma non importa: a detta loro l’obiettivo principale era essere eliminati e poi ripescati. Tanto, come ha sempre affermato la critica, da cui ricevono ogni volta le migliori lodi, gli “Elio e le Storie Tese” sono talmente avanti che a Sanremo viene fuori tutta la loro superiorità musicale. Il brano si compone di sette ritornelli, o meglio definiti “andarelli”, tutti correlati tra loro, ognuno dei quali si prende gioco di sonorità e motivetti piuttosto noti della tradizione musicale italiana: l’omaggio a Sanremo è reso, seppur in maniera stramba. 

Così Rocco Tanica, componente del complesso, non presente sul palco poiché ha scelto di condurre lo spassoso collegamento dalla sala stampa: “C’è un albero genealogico dietro questa canzone. Il primo ritornello è figlio di una suggestione che viene da Morandi e Dallara. Il secondo, quello del femminiello di Napoli, è la classica canzone scomoda, diciamo alla Federico Salvatore. Poi ci sono echi di Orietta Berti, della tintarella di Mina, di Oxa-Leali nella parte per intenderci in cui si canta “burbera”, e ancora Sylvie Vartan, per giungere a un finale pucciniano”. 

Durante la serata dedicata alle cover, invece, viene presentato il brano “Il quinto ripensamento”, versione funk di Walter Murphy della Quinta Sinfonia di Beethoven, arricchita di testo e nuovo arrangiamento.


Il disco vede la collaborazione di molti artisti, tra cui J-Ax, Mauro Pagani e Lillo & Greg, in un comico siparietto. Si parte con “Vacanza alternativa”, tra ritmi funk, ricette per cucinare i funghi e fanghi alle terme con la nonna che si circonda di strane amicizie. Si continua con “Il mistero dei bulli”, una ballad che cerca di risalire all’origine di questo triste fenomeno, giungendo fino ai tempi degli Ittiti. Tra le tracce spicca inoltre “Bomba intelligente”, un pezzo scritto da Francesco di Giacomo, storico frontman del Banco del Mutuo Soccorso, che non ha avuto il tempo di completare a causa della sua prematura scomparsa. Un dovuto omaggio, quindi, al compianto cantante. In “Cameroon”, invece, canzone dai ritmi africaneggianti, ci viene ricordato che se andiamo in vacanza in Repubblica Centrafricana non dobbiamo dar fastidio agli animali, altrimenti rischiamo di finire male. Verso la fine dell’album, in “Il primo giorno di scuola”, gli Elii ci fanno ritornare, seppur in modo distorto, al nostro esordio tra i banchi scolastici, accompagnato da una serie di percezioni e di “cattivi odori”. Il video è stato realizzato e curato da Sio, noto fumettista. 

Un album, quindi, in perfetto stile “Elio e le Storie Tese”, ricco di tecnica strumentale (e vocale), che tocca anche in chiave diversa temi attuali e moralmente discutibili. L’album è disponibile anche nel cofanetto (più costoso) “Lelo e le Storie Tese” che, oltre al cd, contiene un Lelo Siri 2, che si muove a ritmo di musica. Dicono anche di averlo provato per noi. 

Da non dimenticare la potente voce di Paola Folli, che accompagna melodicamente alcune esecuzioni, sempre presente durante i tour della band. Parlando proprio di questo, il “Piccoli Energumeni Tour” partirà il 29 Aprile prossimo da Assago: "Stavolta vorremmo fare uno spettacolo 'vero', dice Elio,vogliamo andare nei palazzetti più grandi, che è una cosa che non abbiamo mai fatto. Fino adesso siamo sempre andati in scena improvvisando, un po' come avviene a Sanremo. Lo show, che sarà tutto a basso costo, prevede scenografie curate; e vorremmo anche delle ballerine, magari delle 'milf'". 

Gli Elii pensano dunque a divertirsi e a proporre qualcosa di diverso e innovativo, in un momento in cui la musica italiana non se la passa poi così bene, rimanendo saldi nel loro genere e nella loro comicità. Per fortuna!

- Michelangelo Maiellaro

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