09/04/16

In cerca di ottimismo con “Little Miss Sunshine”



Olive Hoover è una bambina di soli sette anni che desidera vivamente partecipare al concorso di bellezza “Little Miss Sunshine” in California, senza rendersi conto di non essere adatta a quell’ambiente. Appartiene però ad una famiglia molto particolare: suo padre Richard è una sorta di leader motivazionale e cerca in ogni modo di farle capire quanto sia importante vincere per ottenere successo; nonno Edwin è un signore un po’ fuori dal comune, che è anche stato cacciato dalla casa di riposo perché dipendente da eroina; il fratello Dwayne è appassionato di Nietzsche e ha deciso di fare voto di silenzio finché non riuscirà ad entrare nell’aereonautica; la madre Sheryl è molto comprensiva ed in grado di risolvere tutti i problemi che la famiglia riscontra; infine lo zio Frank, noto professore, costretto a vivere con loro per aver tentato il suicidio in seguito ad una delusione amorosa. Insomma una famiglia abbastanza turbolenta, che riscontra problemi di ogni tipo ma che è comunque pronta a sostenere i piani di Olive, vedendo in lei grande passione e determinazione. Così sarà il viaggio in California a bordo di un vecchio pulmino giallo Volkswagen a permettere ad ognuno di loro di riflettere e di conoscere se stesso.


“Little Miss Sunshine” si presenta come una tragicommedia ricca di black-humor che ben si adatta all’avventura dei personaggi. Sullo schermo non vediamo la tipica famiglia perfettamente in sintonia, ma una fuori dal comune, quasi sempre al centro di un’infinità di problemi. È proprio questa caratteristica a rendere la storia semplice e allo stesso tempo unica e originale, perché non può che essere vicina ad ogni spettatore. In particolare capiamo quanto sia importante credere nei propri obiettivi, senza pensare troppo al giudizio altrui. Come abbiamo già detto, è il padre che cerca di incoraggiare tutti con frasi del tipo: “Il mondo si divide in due categorie: i vincenti e i perdenti. E qual è la differenza? I vincenti non mollano mai. Quindi cosa siamo noi qui? Siamo vincenti o perdenti?”. 

Il suo atteggiamento, però, non è altro che il frutto del suo saggio “Nove passi per raggiungere il successo”, che non è ancora riuscito a pubblicare perché considerato un autore sconosciuto. Non avendo così raggiunto la fama desiderata, vorrebbe che almeno i figli, in particolare la piccola Olive, riescano nei loro obiettivi. Ad aiutare ulteriormente la bambina è il nonno che, malgrado il carattere stravagante, è l’unico ad esserle realmente vicino, seppure a modo suo. 
 
Alla regia di “Little Miss Sunshine” troviamo i coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris, che hanno riscontrato un enorme successo con il loro lavoro, premiato anche agli Oscar 2006 per la miglior sceneggiatura originale. Non va poi dimenticata l’interpretazione della giovanissima Abigail Breslin nei panni di Olive, in grado di emozionare il pubblico grazie alla sua dolcezza e alla sua sincerità, e ancora quella di Alan Arkin nei panni del nonno, vincitore del premio Oscar come miglior attore non protagonista. Bellissima è anche la parte di Steve Carell, che appare perfettamente immedesimato nel suo personaggio. Dunque “Little Miss Sunshine” è un film da vedere perché, proprio grazie ad una serie di situazioni stravaganti, è in grado di fornirci diversi punti di riflessione per imparare ad affrontare la vita con più ottimismo.

- Sabrina Aliberti

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