Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria, in
questa data nel 1945 l’armata rossa liberò il campo di Auschwitz e rimase
sconvolta da ciò che vide: esseri umani ridotti a scheletri, spogliati di
qualsiasi bene, stremati dalla fatica di un lavoro disumano. Ben presto i
soldati notarono che le persone portavano un codice tatuato sulla pelle, che
identificava queste ultime. Lentamente scoprirono quali orrori erano avvenuti
in quel luogo: le camere a gas, i cumuli di oggetti personali dei prigionieri spogliati
di qualsiasi bene, i forni crematori, i cumuli di cadaveri e così via.
Nessuno
tra i soldati poteva immaginare che l’uomo fosse capace di ridurre un suo simile a non più di un
oggetto senza valore e trattarlo come tale.
Non mi sento in grado di descrivere ciò che le
vittime della shoah hanno provato, ma voglio citare Primo Levi, che con la sua poesia
ha descritto ciò che realmente è stata la shoah...
“É
questo un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo
pane, che muore per un sì o per un no... É questa una donna senza capelli e
senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana di inverno”.
La giornata della memoria è un’occasione per
ricordare non solo le vittime della shoah ma anche le vittime di altri genocidi,
come lo sterminio degli indiani nativi d’America o le deportazioni nei gulag di
dissidenti politici in Russia. Insomma, l’occasione per ascoltare la voce ormai
lieve di gente che ora è nel vento (come cantava Guccini) e che ha pagato il
salato prezzo dell’egoismo e dell’ignoranza umana. L’uomo, durante la sua
storia, è stato artefice di molti genocidi, e quelli che vennero definiti “eccidi
irripetibili”, vennero ripetuti e vengono ripetuti, perché l’uomo dimentica
presto gli orrori che commette.
Ancora oggi, in molti paesi del Medio Oriente, le
persone sono vittime di una guerra che non gli appartiene, e la loro vita
dipende da un fragile equilibrio che facilmente viene spezzato dai
bombardamenti. In quei luoghi la gente vive nel terrore di perdere la propria
famiglia e tutti i frutti dei sacrifici di una vita. É triste constatare che
oggi nelle scuole si parli davvero poco di queste cose e che compiti o
interrogazioni vengano considerate più importanti della shoah, allora diventa
facile realizzare perché certi orrori si ripetono...
L’uomo dimentica facilmente, perciò è necessario
ricordare.
Simone Villari - IIIC
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