10/02/17

Due (contate) considerazioni su Trump

E’ finalmente finito il primo quadrimestre. Per gli studenti significa due cose: le interrogazioni di gennaio sono finite e da ora in poi i voti iniziano a fare media.
Perché, tutto sommato, gli unici voti prima di Natale che sono serviti davvero a qualcosa sono stati quelli delle elezioni americane: sono passati tre mesi dal magico periodo in cui i grandi elettori americani hanno avuto il dovere di decidere chi sarebbe stato il presidente degli Stati Uniti d’America, valutando attentamente ogni carta in gioco, ogni possibile conseguenza e rispettando il volere del popolo statunitense.  


Al che mi sorge un atroce dubbio: com’è che ha fatto a vincere Donald Trump? Ma ecco che d’un tratto ne spunta uno ancora peggiore: perché la scelta era limitata a lui o alla Clinton? Perché Bernie Sanders (per dirne uno proprio a caso eh…) è stato fatto fuori alle primarie?
In ogni caso, Trump sale al potere. Sarà passato un mese da allora e, sorprendentemente, non siamo ancora nel mezzo di una terza guerra mondiale. Forse abbiamo tutti un po’ esagerato nel giudicare così in fretta il neo-eletto repubblicano. Magari ha davvero le migliori intenzioni e per l’amor di Dio, smettetela di dire che è islamofobo. Sarà anche un conservatore, un sessista, un po’ omofobo forse, decisamente un razzista, un islamofobo, ma vi assicuro che non è una pornostar (sì, l’ho copiata dai Simpson, ma le vicende me l’hanno servita su un piatto d’argento).

E’ in ogni caso vero che, così come non si giudica un libro dalla copertina, non si può nemmeno giudicare un presidente dal colore (o dalla radioattività, nel suo caso) della pelle. O dalla “leccata di vacca” che porta sulla testa, per quanto possa fare impressione il tutto.
Ma passiamo alle cose serie: i suoi primi decreti riguardano l’incremento dell’estrazione di combustibili fossili in territorio statunitense, la chiusura definitiva del confine con il Messico (il famoso muro di cui aveva da anni promesso la realizzazione) e il divieto d’accesso ai cittadini di 7 paesi medio-orientali negli USA (nessuno di questi paesi è l’Arabia Saudita, patria della maggior parte degli attentatori dell’11 settembre 2001). Il tutto se dimentichiamo che le sue posizioni anti-abortiste potrebbero in futuro togliere alle donne americane un loro diritto fondamentale. Tutto ciò mi ricorda che l’America non ha mai vissuto il Medioevo occidentale, dato che questo si concluse (secondo gli storici) proprio con la scoperta della suddetta nel 1492; cos’è, hanno deciso forse di recuperare il tempo perduto?

Ma c’è un elemento, pensandoci bene, che mi fa pensare ad una possibilità, data dalle circostanze al popolo americano, di migliorare se stesso nella sua unità. Ho come la sensazione che il presidente dal capello che mette a disagio abbia un insegnamento di grande valore da dare ai suoi sudditi cittadini. 

Perché se i liberali continuano a protestare all’italiana (sfasciando democraticamente vetrine) non arriveranno da nessuna parte, attireranno solo l’odio di sempre più gente. E, per quanto essi mi stiano sullo stomaco, se vogliono impedire a Trump di farsi 8 anni al governo devono imparare a riflettere un po’ di più sulle loro azioni. Quindi mettiamola così, il Berlusconi biondo ha così tanti difetti che, paradossalmente, può essere un ottimo esempio per la nazione. 

Un esempio di persona da non diventare, ma pur sempre un esempio.


Emanuele D’Amico - VB

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