E’ finalmente finito il primo quadrimestre. Per gli studenti
significa due cose: le interrogazioni di gennaio sono finite e da ora in poi i
voti iniziano a fare media.
Perché, tutto sommato, gli unici voti prima di Natale che sono
serviti davvero a qualcosa sono stati quelli delle elezioni americane: sono
passati tre mesi dal magico periodo in cui i grandi elettori americani hanno
avuto il dovere di decidere chi sarebbe stato il presidente degli Stati Uniti
d’America, valutando attentamente ogni carta in gioco, ogni possibile
conseguenza e rispettando il volere del popolo statunitense.
Al che mi sorge un atroce dubbio: com’è che ha
fatto a vincere Donald Trump? Ma ecco che d’un tratto ne spunta uno ancora
peggiore: perché la scelta era limitata a lui o alla Clinton? Perché Bernie
Sanders (per dirne uno proprio a caso eh…) è stato fatto fuori alle primarie?
In ogni caso, Trump sale al potere. Sarà passato un mese da
allora e, sorprendentemente, non siamo ancora nel mezzo di una terza guerra
mondiale. Forse abbiamo tutti un po’ esagerato nel giudicare così in fretta il neo-eletto
repubblicano. Magari ha davvero le migliori intenzioni e per l’amor di Dio,
smettetela di dire che è islamofobo. Sarà anche un conservatore, un sessista,
un po’ omofobo forse, decisamente un razzista, un islamofobo, ma vi assicuro che non è una pornostar
(sì, l’ho copiata dai Simpson, ma le vicende me l’hanno servita su un piatto
d’argento).
E’ in ogni caso vero che, così come non si giudica un libro
dalla copertina, non si può nemmeno giudicare un presidente dal colore (o dalla
radioattività, nel suo caso) della pelle. O dalla “leccata di vacca” che porta
sulla testa, per quanto possa fare impressione il tutto.
Ma passiamo alle cose serie: i suoi primi decreti riguardano
l’incremento dell’estrazione di combustibili fossili in territorio
statunitense, la chiusura definitiva del confine con il Messico (il famoso muro
di cui aveva da anni promesso la realizzazione) e il divieto d’accesso ai
cittadini di 7 paesi medio-orientali negli USA (nessuno di questi paesi è
l’Arabia Saudita, patria della maggior parte degli attentatori dell’11 settembre
2001). Il tutto se dimentichiamo che le sue posizioni anti-abortiste potrebbero
in futuro togliere alle donne americane un loro diritto fondamentale. Tutto ciò
mi ricorda che l’America non ha mai vissuto il Medioevo occidentale, dato che
questo si concluse (secondo gli storici) proprio con la scoperta della suddetta
nel 1492; cos’è, hanno deciso forse di recuperare il tempo perduto?
Ma c’è un elemento, pensandoci bene, che mi fa pensare ad
una possibilità, data dalle circostanze al popolo americano, di migliorare se
stesso nella sua unità. Ho come la sensazione che il presidente dal capello che
mette a disagio abbia un insegnamento di grande valore da dare ai suoi sudditi
cittadini.
Perché se i liberali continuano a protestare all’italiana
(sfasciando democraticamente vetrine) non arriveranno da nessuna parte,
attireranno solo l’odio di sempre più gente. E, per quanto essi mi stiano sullo
stomaco, se vogliono impedire a Trump di farsi 8 anni al governo devono
imparare a riflettere un po’ di più sulle loro azioni. Quindi mettiamola così, il
Berlusconi biondo ha così tanti difetti che, paradossalmente, può essere un
ottimo esempio per la nazione.
Un esempio di persona da non diventare, ma pur sempre
un esempio.
Emanuele D’Amico - VB
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