Eccoci di nuovo!! Ma quanto
tempo è passato, eh?!
Oh lettore di Schrodinger… A
dirla tutta, più rileggo il vecchio articolo e più ho un effetto Guttalax...
Ero giovane ed inesperto. Mi perdonerai? Beh, poco importa.
Previously
ti ho parlato delle basi della cultura “rock”, mooooolto in breve, moooooolto
male. L’importante è che, in quell’accozzaglia di caratteri in “Times New Roman
14” sia emerso ciò che io sono. Chiamala voglia di stare al centro dell’attenzione,
chiamalo disturbo ossessivo; io lo chiamo presentarmi.
Se vuoi picchiarmi mi
trovi in 5B nei giorni in cui non decido di vanificare la mia esistenza
studiando armonia musicale sul mio divano rosa.
Oggi parliamo di un fenomeno
particolare che, con la sua peculiarità, ha investito l’Italia intera, da Nord
a Sud, dai 12 anni in su. Di cosa parlo? Dark
Polo Gang, mai sentita? Sono 4 ragazzi di Roma, rappers innovativi con i
loro testi... Altissimi. Le loro canzoni parlano di soldi, di vestiti di
marca e di droga. Ogni canone va a farsi benedire; non esiste amore, non esiste crisi,
non esistono problemi. I soldi risolvono
tutto.
“Non facevamo nulla tutto il
giorno poi abbiamo detto: prendiamo il microfono e facciamo due rime”.
https://www.youtube.com/watch?v=b3u_Hv0r49w
Tanto per fare un esempio…
Le basi che sorreggono i loro
testi fuori dalle righe sono “trap”,
un genere che l’America ha conosciuto molto tempo addietro, ma che in Italia
giunge nella metà del 2016 a toccare gli alti piani delle “tendenze” di You Tube.
Il genere Trap è, come si evince dal nome, un circolo vizioso, un tunnel, un
loop mentale da cui puoi uscire solo quando la strumentale lo decide.
Per i più interessati, le
basi trap sono formate spesso da soli due accordi, i quali non risolvono mai
l’uno nell’altro, né tantomeno risolvono ad una fine.
Ed il pezzo continua a
girare, girare, gira, gira, gira, mentre i ragazzi della “DPG” a turno, spartendosi nei differenti brani, parlano per una
delle prime volte dell’altro lato dei ragazzi di “strada”: chi economicamente è
messo bene, che può permettersi di tutto, che spende e spande soldi e “sogna montagne di soldi e i vari modi per
spenderli”.
“Parli di me mentre sono fuori a farli” (i soldi, ndr.).
Molte sono state le critiche
rivolte a questo nuovo fenomeno: linguaggio volgare inutile, poiché serve solo
a far sembrare più “bad boys” e dà climax; troppi riferimenti espliciti a
droghe, testi insensati, ma soprattutto (per capire il livello dell’ascoltatore
medio) rime assenti o non chiuse.
Si, alla fine sembra questa l’unica cosa che interessa all’ascoltatore, e sai
perchè?
La Dark Polo Gang è un prodotto commerciale, e come tale ha un suo
modo di “presentarsi” e di “apparire”. E lo so, ti starai ripetendo in mente
“Ehhh ma Giovaanni, fanno schifo, sono inutili, parlano di cose stupide, ma la
vera musica, ahh quando ciera lvi la
mvsica blablablablabla” .
OKAY OKAY SIAMO D'ACCORDO,
MA… Ma funziona, mio caro. Funziona in apparenza, funziona musicalmente, rende
live... Cosa vuoi di più? E’ un “gruppo” da apprezzare per ciò che è: un
insieme di personaggi.
https://www.youtube.com/watch?v=hi7Mbyt-Yd4
Ascoltata una volta la Dpg,
la si ascolterà sempre, e si canteranno a memoria i testi. A testimonianza ci
sono le 70 milioni e più visualizzazioni su You Tube, serate dappertutto e
entrata diretta nella storia delle mode
italiane.
La Dpg è il frutto della società di oggi. Nessuno ha più interesse ad
essere rappresentato da un brano musicale, così come nessuno ha più interesse a
scoprire qualcosa in più di se stesso. In una società dove tutto è da comprare,
dove l’apparire conta più dell’essere, questa è la meno-peggio che poteva
capitare.
“Non c'è messaggio, è quello che ho pensato in quel
momento, dalla testa al foglio”.
“Se stai a vedè un nostro video, è come se vedessi
n'film”.
“Noi siamo convinti che i soldi girano, che i soldi si
spendono, che i soldi ritornano, e quindi noi pensiamo di fare soldi, stiamo
facendo soldi, faremo ancora più soldi, tra l'altro noi siamo soldi. E' tutto
incentrato sui soldi, sul consumismo e sul materialismo. Noi siamo solo un
prodotto di ciò che abbiamo intorno”.
Giovanni Galdo - VB
Sono la versione moderna dell espressione dei "paninari" degli anni 80
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