02/12/16

L'angolo (ottuso) di Giovanni

Ahh, il profumo della cart- ah no aspetta... H-ho sbagliato. Cominciamo bene, il titolo è azzeccato. La rifaccio...
Ahh, il “TIC TIC TIC” della tastiera... Mi era mancato! Sembra quasi scandisca il tempo dei pezzi della mia solita playlist infinita su Spotify; ormai questi pannelli fonoassorbenti della mansarda hanno più cultura musicale di me.
Ed eccoci qui, ci siamo! Questo è l’appuntamento settimanale che vi proporrò da oggi fino a quando una strana divinità deciderà di terminare la mia esistenza. Spaventati? Siamo sulla buona strada.

Album e buoi, dei paesi tuoi

In fatto di gusti musicali, si sa, il raziocinio non esiste. Ammettilo anche tu, caro lettore, che un parere critico (magari anche irritante) rivolto al tuo artista preferito in realtà ti scorre addosso manco fossi un impermeabile. Non mentirmi, ti prego, o Gesù  si arrabbia, e poi sono ca#*%i tuoi.

Ma quali sono realmente quegli album che, al di là del gusto musicale, hanno coinvolto, rivoluzionato o fatto vergognare un’epoca intera?
Di sicuro uno di questi è “Nevermind (1991), album iconico della band statunitense “Nirvana”. Ogni volta che ne parlo mi fa male il cuore... Forse suonarli per 15 anni alla fine produce il proprio effetto negativo... Non posso negare, però, la grandezza di quest’album; un impatto non esagerato d’intensità dei brani ha garantito l'ascolto a più persone, trasformando “Smell Like Teen Spirit” in una sorta di inno istantaneo per la generazione che, all’epoca, si definiva banalmente “punk” (genere di musica rock nato nel 1977, contraddistinto dall’uso di una strumentazione essenziale, dal rifiuto delle linee melodiche e dal carattere dissacrante dei testi), che però oggi prende il nome di “grunge” (nome che sarà assegnato al genere stesso, che deriva dall’alternative rock). Questo brano su tutti riuscì a tirare in strada milioni di persone in tutto il mondo, che si scatenavano in nome della lotta alla repressione da parte della società.


https://www.youtube.com/watch?v=hTWKbfoikeg&feature=youtu.be

Nessun bambino con il membro di fuori è stato sfruttato o danneggiato ai fini della copertina, anzi, oggi è plurimilionario (mortacci sua).

Ma torniamo un po’ indietro... Sono gli anni 60, e l’Inghilterra domina il mercato musicale. Gruppi come i Beatles o i Rolling Stones sono all’apice del successo. Ma sono troppo “commerciali”. Nascono i Pink Floyd, gruppo di amici con una caratteristica in comune: quella di non saper suonare. E’ ormai risaputo che alcuni membri in particolare non avessero mai studiato alcuna tecnica e suonassero totalmente ad istinto, potremmo dire “a naso”. Sebbene agli inizi si siano dedicati prevalentemente alla musica psichedelica e allo “space rock” (sottogenere del rock progressivo caratterizzato da sonorità e testi che suggeriscono atmosfere fantascientifiche), il genere che meglio definisce l’opera dei Pink Floyd, caratterizzata da una coerente ricerca filosofica, esperimenti sonori, grafiche innovative e spettacolari concerti, è il rock progressivo.
L’album ritenuto da molti il migliore, forse perchè più conosciuto (grande errore se fosse davvero così), è “The Dark Side of the Moon”. No, non sto qui a spiegarvelo.


https://www.youtube.com/watch?v=HW-lXjOyUWo&list=PLEQdwrAGbxndFdwcq_aMkn_Y1Fc3XDUuF

Non fate uso di stupefacenti mentre ascoltate questo album, vi avverto.
Anche se dico di odiarli, in fondo mi sciolgo come un cubetto di ghiaccio ad ogni nota. I Pink Floyd sono il chiaro esempio che la musica non è solo tecnica, ma anche (e soprattutto) ricerca.

Per questa settimana è tutto, ma mi raccomando, prendi queste pillole con un po’ d’acqua altrimenti ti strozzi, e non puoi permettertelo: devi ritornare qui la settimana prossima.


CIAAAOOOOOOOOOO!

Giovanni Galdo - V B

1 commento:

  1. Non ti azzardare a scrivere in questo modo una mattina di giugno, ma segui la tua passione

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