Ho dovuto cancellare l’articolo di questa settimana per
spendere due parole su questo scempio. Dovevo farlo, era più forte di me. Vi
prometto che questo articolo farà schifo uguale, la differenza è che gli
antagonisti di questa storia sono ancora più osceni di qualunque cosa io possa
mai dire o pensare.
Qui si vuole parlare in difesa di una persona che, come me,
fa “satira” (se possiamo così definirla): una satira provocante al punto tale
che per un attimo è riuscita ad urtare anche me, il pluricontestato me.
Oggi, mai pensavo sarei arrivato a tanto, voglio
difendere Bello Figo Gu, noto personaggio del web che negli ultimi anni ha
acquistato una popolarità quasi inspiegabile, dato che il suo “rap” è
tranquillamente definibile «un’autentica schifezza». Posta questa premessa,
volgete lo sguardo alla foto sottostante.
Da una parte potete vedere una persona irrispettosa, che non
parla bene l’italiano e che in più di un’occasione si è espressa con un
linguaggio poco consono diffondendo messaggi eticamente scorretti ma che in un
dibattito dal vivo non è capace di formulare un concetto senza dimostrare la
propria ignoranza. Dall’altra parte abbiamo un rapper italiano molto popolare
tra i giovani, sta a voi capire chi è chi.
Cosa è successo in breve: il giovane rapper, tempo fa,
rilascia sul suo canale un brano registrato a suo nome intitolato “Non pago
affitto”, in cui racconta di come in Italia lui sia trattato da “immigrato
privilegiato” giocando sulla diceria populista secondo la quale gli immigrati
che arrivano in Italia ricevono casa, telefoni e macchine costose a spese del
governo. Sconsigliamo la visione del
video a persone particolarmente sensibili, in quanto contiene un linguaggio
eccessivamente esplicito.
Ma ovviamente come poteva mai passarla liscia un ragazzo
ghanese immigrato in Italia che sbeffeggia gli italiani vantandosi dei suoi
beni “donati dal governo a spese del popolo”? Ieri, giovedì 1 dicembre 2016,
Bello Figo Gu è andato in onda in diretta nazionale sul programma di Rete 4
“Dalla Vostra Parte”. Per farvi comprendere il livello culturale del programma
vi elenco alcuni degli ospiti che hanno fronteggiato lo scorretto rapper: la
“onorevole” Alessandra Mussolini, un deficiente che urla, una folla inferocita
con forconi e striscioni… insomma, non male questo Medioevo! Il tutto farcito
da un conduttore di parte, titoli volti a screditare qualunque uomo di colore
in sala messi in bella mostra in basso allo schermo ed una necessità da parte
dei produttori di racimolare consensi facili.
Per questo ed altri motivi Bello Figo è stato invitato come
ospite del programma. Il ragazzo si è visto aggredito contemporaneamente da più
persone apparentemente capaci solo di insultare, dato che nessuno di loro ha
cercato la conversazione o il dibattito (e una cosa del genere è ironico anche
solo pensarla): tra queste figure spicca la Mussolini, già nota per essersi
dichiarata pubblicamente fascista e per averne fatto un vanto nel 2006 durante
un confronto a “Porta a Porta” con Vladimir Luxuria, con la quale si è
congedata in quell’occasione con un netto «meglio fascista che frocio» (parole
sue, ambasciator non porta pena).
Anche se mirato a racimolare visibilità provocando lo
spettatore, il video di Bello Figo Gu può essere considerato un’opera satirica
in quanto fa leva sulla falsa e alquanto pericolosa diceria popolare di cui
sopra, sbeffeggiando chiunque ne sostenga l’affidabilità: la satira, secondo la
definizione del vocabolario Treccani, è una «Composizione che evidenzia e mette
in ridicolo passioni, modi di vita e atteggiamenti […] caratteristici di una
categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano
dalla morale comune dall’ideale etico dello scrittore». Insomma, è un po’ come
prendere in giro chi mette l’ananas sulla pizza.
Che si trattasse di satira nessuno lo ha capito, né gli
ospiti in sala né gli spettatori da casa; Twitter e Youtube ne hanno dato la dimostrazione.
Il popolo italiano è degno dell’ironia e dello sfottò o merita solo la satira
becera di quei fumettisti che disegnano Renzi con le parti intime al vento per
screditarne la politica? Questo voglio prendermi il tempo di analizzarlo
un’altra volta, perché se tiro troppo per le lunghe finisce che i miei articoli
non li legge nemmeno più il caporedattore.
Anche perché c’è una cosa in questa vicenda che vale più di
mille parole, indipendentemente dal pensiero politico di una persona: il dab in
diretta nazionale di Bello Figo Gu dopo aver risposto sfacciatamente all’ennesimo
insulto della Mussolini.
Quello non ha prezzo…
Emanuele D'Amico - V B
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