“L’Amore
è Vita”, è questa la frase scelta dal Comune di Baronissi per designare la targa
della famosa panchina rossa, inaugurata il 25 novembre (giornata mondiale
contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite) di corrente anno in Via S. Francesco d’Assisi.
Nello stesso giorno si è
svolta la MARCIA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, partita da Acquamela, che ha
coinvolto la cittadinanza e noi studenti dell’IIS Baronissi. Sono state tante
le manifestazioni simili in tutta Italia: a Roma per esempio “Non una in meno”
recita lo slogan portante dell’evento. Anche Papa Francesco ha fatto sentire la
sua voce tramite Twitter: “Quante donne sopraffatte dal peso della vita e dal
dramma della violenza! Il Signore le vuole libere e in piena dignità”.
Sempre
su Twitter, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha dichiarato
che saranno effettuati interventi concreti: Sono stati infatti previsti fondi da
cinquecentomila a cinque milioni di euro per la realizzazione di undici nuovi
centri antiviolenza, assistenza e sostegno.
Di
contro, c’è chi sostiene che “non c’è supporto da parte delle istituzioni”,
come dichiara Carla Caiazzo, la trentottenne data alle fiamme dall’ex compagno
a febbraio, mentre era all’ottavo mese di gravidanza. “Affronto i costi degli
interventi chirurgici con quello che posso” e aggiunge “Guardarsi allo specchio
e non riconoscersi è la cosa più difficile da affrontare”, sottolineando un
aspetto particolare: la crisi d’identità che sopraggiunge in una donna vittima
del proprio amante.
Ma
perché stabilire un giornata mondiale per ricordare e combattere tale violenza?
La mente umana dovrebbe, per quanto sviluppata possa essere, riconoscere la
brutalità del gesto e ritenerlo inammissibile. Purtroppo, nella maggior parte
dei casi questo non succede e ci sono ancora vittime di femminicidio. “Minacciare,
Umiliare, Picchiare”: la violenza non è solo fisica ma include anche vessazioni
psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni.
Frustrazione,
non realizzazione personale dell'uomo, difficoltà sul lavoro o nella vita,
insoddisfazione, sono solamente le motivazioni superficiali di questi eventi.
Lottare
contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo
dell’umanità.
“La
violenza è una mancanza di vocabolario”, come non poteva spiegare meglio Gilles
Vigneault, poeta, autore di meravigliose poesie e canzoni. E’ proprio così,
proprio con le parole che vogliamo dire basta a questo orrore, oggi e per
sempre.
Michela Lamberti - V B
Nessuna parola riuscira'a cambiare i solchi che le violenze imprimono in noi, parlarne per educare e diffondere la civilta'dell'uguaglianza e' un dovere serio e imprescindibide, tocca alle donne e agli esseri sensibili. Brava
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