26/11/16

ExoMars: Alla scoperta del pianeta rosso!

Viene chiamato "Pianeta Rosso" a causa del suo colore caratteristico principalmente dovuto all'ossido di ferro (materiale molto presente sulla superficie marziana) ed è uno dei pianeti di tipo terrestri. Nonostante tutte queste informazioni, la nostra conoscenza sull’argomento “Marte” è praticamente nulla.

E’ proprio per questo motivo che nasce il progetto “ExoMars”.
La missione astronautica ExoMars è una missione progettata per l’esplorazione e lo studio del pianeta Marte tramite una sonda robotica sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos).
Essa principalmente prevede il lancio di un “orbiter” (Trace Gas Orbiter, un satellite artificiale) e di un “lander” (Schiaparelli EDM Lander, una sonda) in preparazione all’arrivo di un “rover” (mezzo locomotivo) previsto per il 2020. Tra gli obiettivi della missione è presente l’analisi dell’atmosfera e della superficie marziana, lo studio biologico dell’ambiente ed una ricerca di possibili forme di vita presenti o passate. Inoltre può essere considerata una sorta di preparazione in vista di possibili missioni future con equipaggio.

La missione ha avuto inizio il 14 Marzo 2016, con il lancio del satellite Trace Gas Orbiter e della sonda dimostrativa Schiaparelli. Dopo l’arrivo nell’atmosfera marziana ed un viaggio lungo 7 mesi, nel 16 Ottobre 2016, Schiaparelli si è separata dall’orbiter (che resta in ogni caso nell’orbita marziana) per dirigersi verso il suolo marziano. Il 19 Ottobre 2016 ha avuto inizio questo rientro atmosferico ad un’altitudine di 122,5 km e ad una velocità di circa 21.000 km/h. Nonostante le previsioni delle agenzie spaziali, l’atterraggio non si è concluso nel migliore dei modi: Nella fase finale, il lander, interrompendo tutte le comunicazioni, si è schiantato al suolo distruggendosi.

Nonostante questo “fallimento” il lander ha avuto un ruolo molto importante nella missione poichè è riuscito a comunicare alla terra tutti i più disparati dati ingegneristici. Sappiamo che lo scudo termico ha funzionato perfettamente schermando il calore all’ingresso con l'atmosfera. Inoltre sappiamo che il paracadute si è aperto, ma probabilmente a quota troppo bassa.

A differenza del lander, il Trace Gas Orbiter è riuscito, entrando nell’orbita marziana, ad attuare la parte scientifica della missione: l’analisi del metano nell’atmosfera di Marte e l'indagine sulle sue origini. Come abbiamo detto, il TGO resterà nell'orbita marziana per circa 4 anni, in attesa di un rover nel 2020.

Quanto a noi… Non ci resta che aspettare. 

- Renato Santoro VB

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