Nonostante tutte le previsioni e i sondaggi svolti
negli Stati Uniti d'America, le elezioni presidenziali sono state vinte dal
candidato repubblicano Donald Trump, che ha subito dichiarato: "Sarò il
presidente di tutti gli Americani". Ma facciamo un passo indietro.
La campagna elettorale di Trump è stata costellata
di affermazioni a sfondo razzista e sessista. Nel mirino di Trump sono finiti i
Messicani, i musulmani, le donne, i disabili (immaginate l'imbarazzo di una
donna disabile messicana di fede musulmana...). Ma la politica di Trump, oltre
a preoccupare le categorie sopra citate, ha scosso profondamente l'ordine
pubblico di una gran parte della popolazione americana, quella parte che, con
molta probabilità, avrebbe votato la candidata liberale "Hillary
Clinton". Chicago, Boston e San Francisco, queste alcune delle città che
hanno fatto da scenario alle proteste degli americani contrari all'elezione di
Trump.
Ma la protesta più grande, quella che ha visto il coinvolgimento di più
persone, è stata quella che si è svolta a New York. Un numerosissimo corteo ha
marciato lungo la Sixth e la Fifth Avenue, per arrivare poi al grattacielo
simbolo del potere del neopresidente, la "Trump Tower". Decine gli
slogan urlati dai manifestanti, che sono passati da un duro "Fuck your
Tower, Fuck your Wall" (che potremmo tradurre elegantemente così: "Al
diavolo la tua torre, al diavolo il tuo muro!") ad un più sobrio
"Trump is not my president" ("Trump non è il mio
presidente"). Nonostante le numerose proteste, è bene ricordare che Trump
è stato regolarmente eletto dal popolo americano e che ci piaccia o no, è a
tutti gli effetti il Presidente del Governo degli Stati Uniti d'America. Ma
quali sono le conseguenze della sua ascesa alla Casa Bianca? Guerre nucleari,
giganteschi muri al confine col Messico, persecuzioni religiose nei confronti
dei musulmani? Niente di tutto ciò (anche perché Trump sarà presidente a tutti
gli effetti solo da Gennaio...).
A rassicurare me e migliaia (per non dire
milioni o addirittura miliardi) di persone, scende in campo la stessa legge
americana, che trova il massimo splendore nella Costituzione (grazie padri
costituenti). Trump è Presidente degli U.S.A., e come tale ha solo un terzo del
"potere" che si divide in esecutivo (il presidente), legislativo (il
Congresso e il Senato) e giudiziario (la magistratura). Inoltre è bene
ricordare che gli Stati Uniti sono una Repubblica Federale composta da
cinquanta stati autonomi. Le questioni dei singoli stati non possono quindi
essere risolte dal presidente, senza l'intervento del Congresso e del Senato
(in cui operano i rappresentanti degli stessi cinquanta stati). Il potere di
Trump non è quindi assoluto, altrimenti l'America sarebbe una dittatura, in più
gli U.S.A. occupano una posizione così delicata all'interno delle politiche
mondiali che una decisione sbagliata, seppur minima potrebbe avere conseguenze
catastrofiche su scala mondiale (vi assicuro che questa affermazione ha molti
lati positivi).
Tutto ciò senza tralasciare l'equilibrio precario dei rapporti
con le grandi potenze (una su tutte la Russia) che minacciano la guerra
nucleare e della situazione terroristica. Di certo il clima di guerra fredda
che si respira di questi tempi non aiuta la digestione di un presidente
potenzialmente xenofobo e razzista, ma come sappiamo, nulla può essere
previsto. Con questo non oso assolutamente difendere Trump (anche se non mi
stupirei se un gruppo di suoi fan indossasse tuniche bianche con grandi
cappucci). Magari a Gennaio gli americani scopriranno che Trump è un buon
presidente, e al suo passaggio si affacceranno al balcone gettando petali di
rosa, ma non da soli, con tutte le rose e i roseti attaccati.
Magari l'America
imparerà a rispettare le idee del buon vecchio Trump.
L'importante è continuare a guardare con interesse
le vicende politiche dell'America, senza però dimenticare di fare i conti nelle
proprie tasche.
Un presidente bigotto, volgare, razzista, sessista, che
possiede palazzi ed è stra-pieno di soldi e amanti, e che per di più ha i
capelli più finti di un gatto di peluche.
Non vi ricorda proprio nessuno?
- Editoriale di Pietro Tancredi, VB
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