Giunti quasi alla fine
di questa fantastica esperienza del
giornale d’istituto (di cui la cosa più fantastica è stata l’aver ricevuto due
commenti sulle nostre pubblicazioni), ho pensato di finire in bellezza.
Come? Ovviamente facendo satira sui neofascisti.
Come? Ovviamente facendo satira sui neofascisti.
Si noti, tuttavia, che non sono solo i fascisti a comportarsi da tali, oggigiorno. E' forse dovuta, questa ignoranza, alla poca istruzione? Forse al rifiuto di dedicarsi ad un po' di sana lettura? E la nostra storia inizia proprio con la mancata lettura di un fumetto ("Qvando c'era lvi", di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci) da parte di un "poco istruito" neofascista.
Era il giorno 11 aprile 2016; presso lo stand della Shockdom durante l’evento “Romics”, le copie di “Qvando c’era lvi” erano in vendita con tre giorni di anticipo dalla pubblicazione ufficiale nelle librerie e nelle edicole. Le copie sono terminate entro poche ore, ma questo non ha fermato il protagonista assoluto della vicenda: il nostro caro “poco istruito”.
Davide Di Stefano,
esponente di Casapound, un movimento politico italiano di ispirazione fascista,
si è recato presso lo stand per versare della Coca-Cola sui fumetti esposti,
causando dai 500 ai 1000 euro di danni (stando alle versioni ufficiali della
Shockdom), mentre un suo “compagno” (forse non proprio il termine più opportuno
per descriverlo…) riprendeva la scena. Poche ore dopo, il “poco istruito” ha
caricato orgogliosamente il video sul proprio profilo Facebook, sfidando gli
autori a denunciarlo.Era il giorno 11 aprile 2016; presso lo stand della Shockdom durante l’evento “Romics”, le copie di “Qvando c’era lvi” erano in vendita con tre giorni di anticipo dalla pubblicazione ufficiale nelle librerie e nelle edicole. Le copie sono terminate entro poche ore, ma questo non ha fermato il protagonista assoluto della vicenda: il nostro caro “poco istruito”.
Ora rivediamo la scena
sotto un altro aspetto: Di Stefano si presenta ad una fiera del fumetto per
acquistare una Coca-Cola®, finanziando una compagnia americana, anziché una
damigiana di virile olio di ricino™ che avrebbe finanziato gli italici valori
diffusi durante il ventennio; il fine dell’acquisto è quello di versare il
liquido bolscevico d’oltreoceano sulle opere di scrittori italiani che con la
storia del sopracitato fumetto non hanno niente a che fare, per poi caricare il
video sul noto social, finanziando un’ulteriore azienda bolscevica statunitense.
Un episodio simile è
avvenuto a Bologna, dove alcuni militanti di Hobo (un noto movimento comunista)
sono entrati in una libreria per distruggere letteralmente alcune copie del
libro di Salvini. Il fatto che Salvini abbia scritto un libro fa già ridere di
per sé, il problema è che i “compagni” (questa volta è il termine giusto) si
sono comportati allo stesso modo dei loro “amici” di estrema destra (quando a
furia di andare a sinistra si arriva a destra…). Ma allora io mi chiedo: è
giusto ridurre in mille pezzi il libro di Salvini? Avrebbero potuto anche
dargli fuoco… A parte gli scherzi, la distruzione di un libro è una privazione
della libertà d’espressione. Ricordate chi altri bruciavano i libri? Vi dice
nulla il termine “Bücherverbrennungen”? Probabilmente no, perché non mangiate
crauti a colazione… La traduzione dal tedesco è “roghi di libri”, in
particolare riferito a quelli della Germania nazista. E’ a tutti gli effetti
una pratica di censura.
Spesso, nel nostro
finto buonismo, parliamo male dei movimenti di estrema destra, ma anche i
nostri amici di estrema sinistra non scherzano. Purtroppo, i fatti di Bologna
non hanno avuto la stessa attenzione mediatica di quelli del Romics. Le azioni
violente estremiste, che siano di destra o di sinistra, sono da condannare,
questo è l’unico caso in cui si può fare di tutta l’erba “un fascio”!
-Emanuele D'Amico
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