26/05/16

Dov'è Mario? Guzzanti torna in TV e si prende gioco di tutti...

Ѐ andata in onda ieri sera su Sky Atlantic la prima puntata della nuova miniserie in quattro episodi “Dov’è Mario?”, scritta e interpretata da Corrado Guzzanti, che torna in tv dopo quattro anni di assenza. L’ultimo show era stato infatti “Aniene 2” (2012), andato in onda sempre su Sky. 



Definita dallo stesso comico “Una serie tra l’horror coatto e la satira”, questa ha per protagonista Mario Bambea, pedante intellettuale radical chic di sinistra, che finisce in coma in seguito ad un incidente automobilistico. Quando si risveglia non è più lo stesso: frastornato e smarrito, spesso affetto da vuoti di memoria, finisce per sviluppare una personalità parallela e totalmente opposta, una sorta di alter ego che si manifesta esclusivamente nelle ore notturne. Di notte infatti, con tanto di pigiama e bende, l’accademico dal linguaggio forbito e con la erre moscia si trasforma inconsapevolmente in Bizio Capoccetti, comico rozzo e volgare che si abbandona a battute in romanesco e ad atteggiamenti non poco razzisti, che dà il meglio di sé allo squallido teatro Odeon, di fronte casa sua. Da qui si snoda l’intera vicenda, in una serie di gag che ricalcano l’umorismo sottile e scomodo tipico di Guzzanti che, anche se qui nel complesso può apparire non immediato, conserva tutte le caratteristiche del genio del comico. Un ruolo da protagonista è affidato a Dragomira (Evelina Meghnagi), la badante rumena di Bambea, poetessa misteriosa e tragica nonché presenza piuttosto inquietante visivamente, unica a conoscenza dello sdoppiamento inconscio di personalità di cui soffre il professore. Puntualmente ogni sera va a recuperarlo a teatro per riportarlo a casa, venendo spesso scambiata per parte integrante dello spettacolo, dove ne approfitta anche per recitare i suoi versi.
Divertente ma forse strana da vedere la partecipazione alla serie di trasmissioni televisive e volti noti, rendendo così più realistica la finzione scenica, in cui si possono quindi ben inquadrare gli ambienti del mondo intellettuale italiano odierno: partecipano per esempio a questo ruolo SkyTG24, il TG La7, personaggi come Marco Travaglio, Michele Santoro e altri giornalisti. L’intento di Guzzanti è perciò compiere una riflessione satirica sul mondo intellettuale di oggi, con particolare attenzione alla crisi della sinistra e della sua ideologia ormai allo sbaraglio, nonché alla caduta morale di certi comici odierni e del circostante mondo televisivo. Lo spettatore finisce così per entrare in entrambi i mondi, non riuscendo a schierarsi con nessuno dei due personaggi, a detta anche dello stesso Guzzanti e degli altri autori, che in conferenza stampa hanno sottolineato il lungo travaglio che ha portato alla nascita della serie. E in essa ce n’è proprio per tutti: dal mondo moderno “che licenzia i vecchi via Twitter”, all’invito profetico di un conduttore radiofonico rivolto al professore: “Non guardare Masterchef! Ѐ un programma della massoneria atlantica!”, che confessa preoccupato di averlo fatto. Un’ironia che non risparmia nessuno, che forse solo Guzzanti come pochi si può permettere. Ancora una volta il comico (e Sky, che nell’attesa della serie ha dedicato per due settimane un intero canale a Guzzanti: “Sky Mario HD”) ci insegnano come una televisione diversa è possibile, senza retorica e artifici e che lascia spazio ad una satira ad ampio raggio d’azione, che colpisce anche quegli aspetti più infamanti e controversi della società, spesso nascosti, come gli insulti razzisti rivolti nei panni di Capoccetti alla badante rumena. Una serie che dunque merita certe attenzioni e certi riconoscimenti, di quelle per cui si aspetta impazientemente il giorno della messa in onda. Una regia attenta ad ogni particolare (Edoardo Gabbriellini), una fotografia dai colori intensi e la bravura di certi attori danno il tocco finale. Infine, seppur non sappiamo ancora dove sia Mario, possiamo sicuramente affermare che Guzzanti è entrato (ma già da tempo) a far parte di quella cerchia di personaggi che compaiono sul piccolo schermo una volta ogni tanto, di cui si attende sempre il ritorno e che poi, quando tornano davvero, regalano agli spettatori piccole-grandi soddisfazioni televisive. 


-Michelangelo Maiellaro

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