Il 26 febbraio 2017 si è tenuto, al Dolby Theatre di
Los Angeles, la cerimonia più attesa dell’anno: la notte degli Oscar.
Tra i film in gara troviamo “La la land”, un musical che conta addirittura quattro canzoni; “Arrival”, un film di fantascienza con
pretese un po’ troppo alte; “Moonlight”,
la storia della vita di un bambino afroamericano; “Barriere”, l’adattamento cinematografico dell’omonima opera
teatrale; “Il diritto di contare”, la
storia di Katherine Johnson, matematica, fisica e scienziata che collaborò con
la NASA all’Apollo 11; “La battaglia di
Hacksaw Ridge”, l’ennesimo film di guerra americano, però questo l’ha
girato Mel Gibson.
Il film che è riuscito a portare a casa più
statuette è “La la land”, che ha visto consegnati la bellezza di sei Oscar,
contro le quattordici candidature. E pensate, sarebbe riuscito a vincere anche
il premio come miglior film, se fosse stato effettivamente un bel film. La
critica su “La la land” è profondamente divisa, le opinioni discordanti. C’è
chi lo apprezza, chi lo odia, chi ammette che è un bel film, chi a prescindere
odia i musical.
In ogni caso, tutti si sono trovati, la notte del 26
febbraio (o la mattina del 27, che dir si voglia) davanti allo schermo, in
attesa di scoprire il vero vincitore di quest’anno, il miglior film. Vengono
chiamati sul palco Faye Dunaway e Warren Beatty, gli attori che hanno
interpretato, un po’ di anni fa, la mitica coppia di “Bonnie e Clyde”. I due aprono la busta, c’è molta suspense, poi
annunciano il vincitore.
“And the Academy Award for Best Picture goes to…”
“LA LA LAND”.
Si festeggia, il cast e la troupe del film salgono
per ritirare la “meritata statuetta”, si abbracciano e si baciano, ma c’è un
errore. Un errore clamoroso, la busta consegnata è
quella sbagliata. L’Oscar è
in realtà per Moonlight.
E così comincia la caccia al colpevole, vengono
incolpati i poveri Bonnie e Clyde di aver preso iniziativa, ma loro non
c’entrano. La “colpa” è di Brian Cullinan, l’incaricato con il sacro compito di
consegnare le buste con i nomi dei vincitori degli Oscar.
Ma “l’Academy of Motion Picture Arts” non perdona,
la decisione è irremovibile: Brian Cullinan non parteciperà più alla cerimonia
della premiazione degli Oscar, il suo errore è considerato imperdonabile. E non
tanto quello di aver sbagliato busta.
L’errore grave è stato quello di aver fatto dire,
pubblicamente, che La la land è un film. Questo proprio non potevano
accettarlo.
Editoriale di Pietro Tancredi - VB
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